Dall'intervista appare una valutazione sul tema assolutamente in linea con quanto sostenuto in vari post di questo blog. Precisamente il prof. Balzani asserisce:
- nessuno sa con certezza il costo di una centrale (che spesso lievita rispetto ai preventivi anche del 250%)
- è incerto anche il costo della gestione delle scorie
- ulteriore mistero è il costo dello smantellamento
- per le centrali del programma italiano è lecito aspettarsi una spesa complessiva di almeno 40-50 miliardi di euro
- è certo il Governo di poter trovare soci per un'intrapresa così pericolosa (visto la fatica fatta per Alitalia)?
- alla fine sarà lo Stato a doversene fare carico
- il sito unico di stoccaggio è un problema costoso ed irrisolto
- i francesi non sanno il costo del loro nucleare (l'hanno fatto perchè volevano l'atomica) e sono costretti a venderci energia di notte quando realizzano un surplus rispetto ai loro fabbisogni
- le centrali sicure di IV generazione esistono solo sulla carta e comunque ci vorranno 30-40 anni per poterne disporre
- anche l'uranio sta per finire
- bisogna puntare con decisione sulle fonti rinnovabili (eolico e solare in particolare)
L'intervista chiude con queste affermazioni del prof. Balzani:
"personalmente credo che non riusciranno (il Governo n.r.) a riportare l'Italia nel nucleare: non ci sono risorse finanziarie. Il pericolo che vedo, piuttosto, è iniziare progetti costosi e inutili, che non verranno mai realizzati. Come il ponte sullo Stretto. E questo solo perchè si parla senza conoscere la realtà. Un pò triste per un paese moderno."
Tutto ciò mi conforta molto provenendo da fonte autorevole che conferma quanto asserito nei vari post di questo blog.